La nuova consapevolezza che porta alla integrazione delle diverse medicine trova le proprie radici nella comune storia della medicina .
Claude Bernard eminente fisiologo francese precursore della ricerca scientifica e del metodo sperimentale in medicina viene ricordato per i suoi studi sul “milieu interieur” un ambiente organico interno comune a tutte le cellule del corpo umano la cui stabilità fisico chimica risultava fondamentale per la sopravvivenza delle stesse.
Walter Cannon americano fisiologo di Harvard che coniò il neologismo “omeostasi” ad intendere quella condizione di equilibrio tra le diverse funzioni del corpo umano costantemente mantenuta all’interno di limiti precisi di funzionamento grazie ad una continua attività di regolazione autonomamente autocontrollata.
Hanse Selye neuroendocrinologo austriaco che attraverso lo studio approfondito del comportamento dei topini di laboratorio sottoposti a importanti sovraccarichi ambientali andò a definìre la “General Adaptation Sindrome G.A.S.” ovvero la sindrome generale di adattamento quale prima definizione scientifica dello STRESS.
“ lo Stress è la risposta strategica dell’organismo nell’adattarsi a qualunque esigenza, sia fisiologica che patologica,a cui venga sottoposto. In altre parole è la risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso.”
Selye nel 1930 per la prima volta parlo in maniera scientifica del rapporto esistente tra la mente ed il corpo.
Nei decenni successivi la ricerca in ambito medico ha portato via via a delle scoperte che sempre più e sempre meglio hanno chiarito, anche se non ancora completamente, il modello fisiologico che si trova alla base di questo stretto rapporto di vicendevole condizionamento.
In particolare gli studi recenti di biologia molecolare hanno confermato come i diversi sistemi, che garantiscono la sopravvivenza del nostro organismo, non funzionano autonomamente seppur collegati tra loro in maniera parallela come fino a pochi anni fa si pensava, ma sono bensì tra loro intimamente interconnessi all’interno di una rete informativa integrata dove sostanze chimiche chiamate MEDIATORI (neuropeptidi, citochine, interleuchine,…) che vengono prodotte dalle diverse cellule dei diversi sistemi rendono possibile tale connessione mettendo in comunicazione istantanea gli elementi costituenti le diverse linee funzionali nervosa, endocrina, immune.
Viene così a prendere corpo quel “network informativo trasversale” quella diffusa rete di comunicazione e di regolazione che attraverso la produzione di tali mediatori si rende capace di modificare il comportamento delle singole cellule appartenenti ai diversi sistemi promuovendo in esse differenziazione piuttosto che spostamento, crescita o in alternativa morte.
In termini più tecnici i mediatori sono delle molecole trasportatrici di segnali che raggiunti i recettori compatibili presenti sulle cellule attivano attraverso un processo di traduzione un messaggio inviandolo alle strutture della cellula. Attraverso la trascrizione dei geni avverrà la codifica delle proteine responsabili delle diverse funzioni cellulari.
L’effetto regolativo di tali sostanze può aver luogo solo se presenti i recettori sia sulla cellula stessa che le ha prodotte (autocrino) sia sulle cellule ad esse adiacenti (paracrino) e anche sulle cellule a distanza (endocrino).
Tali recettori possono essere di fatto esistenti a livello della membrana cellulare o di fatto prodotti all’occorrenza nel momento in cui una certa funzione deve essere attivata.
Una realtà funzionale complessa in una sorta di “babele” al contrario dove tutti parlano con tutti ma anche si capiscono perfettamente realizzando le attività adattative più diverse richieste dall’ambiente al fine di garantire quell’equilibrio funzionale generale , quella omeostasi , condizione fondamentale per la sopravvivenza.
Nel quadro di una ridefinizione della fisiologia generale si evidenziò come alcune funzionalità rese “critiche” da eccessive e persistenti richieste ambientali potevano deviare dal loro virtuoso percorso omeostatico creando condizioni sistemiche al limite della patologia o francamente pre-patologiche.
Le conseguenze riconducibili a tali funzionalità critiche erano talmente importanti per la salute che addirittura una testata non scientifica ma importante come il Time Magazine nel febbraio del 2004 usci con un articolo ed una copertina estremamente significativi: “ The secret killer” inflammation and heart attacks, cancer, Alzheimer’s and other diseases.
L’articolo voleva informare la gente comune i frequentatori degli ambulatori medici che molti dei disturbi di cui essi soffrivano erano conseguenti a stili di vita errati mantenuti nel tempo.
La società dei consumi della quale facciamo parte ha promosso e vieppiù rinforzato modelli di vita le cui caratteristiche vanno in contrasto con i livelli minimi di salute.
L’alimentazione, lo stress, la sedentarietà, il fumo, gli abusi in genere hanno portato l’organismo umano a funzionare in condizioni adattative definibili “critiche” favorevoli all’insorgenza di situazioni patologiche a carico di tutto il sistema.
Malattie importanti come il diabete, l’arteriosclerosi, l’Alzheimer e addirittura il cancro nonchè eventi letali come l’infarto o l’ictus trovavano la loro origine proprio da comportamenti errati ed eccessivi.
L’infiammazione killer anche detta silenziosa poiché agisce in maniera asintomatica è una forma di infiammazione cronica che mantenendo costantemente attivo il nostro sistema immunitario lo porta progressivamente verso uno stato di esaurimento al punto tale da perdere la capacità di riconoscere le parti del corpo di cui fa parte (self) e promuovere cosi verso di esse attività di distruzione.
Alla luce di questo riassunto volutamente semplificato e povero di quei passaggi tecnici di cui sono ricchi i libri e gli articoli scientifici che rappresentano il quotidiano del nostro aggiornamento il semplice ma chiaro messaggio che vogliamo trasmettere e che è ormai acclarato che una valida prevenzione primaria nei confronti delle più consuete abitudini di vità rappresenta la migliore arma a nostra disposizione per combattere la malattia.