La mesoterapia è una tecnica di somministrazione di piccole quantità di prodotti medicamentosi nel mesoderma (lo strato intermedio tra epidermide ed ipoderma), in termini semplificati sotto la pelle. Si utilizza un ago sottilissimo e piccolissimo, di 4 o 6 millimetri, raramente di 12. Nella maggior parte dei casi questa tecnica procura solo un lieve fastidio o pizzicore, non un dolore vero e proprio.
Il suo uso sistematico in campo medico è relativamente recente, dal 1952 con Michel Pistor. Con questa tecnica possono essere iniettati moltissimi farmaci per avere un'azione locale più mirata. L'uso di soluzioni a base di medicine omeopatiche, o più precisamente medicine omotossicologiche. si chiama BIOMESOTERAPIA.
La mesoterapia classica, anche se non ufficialmente riconosciuta come pratica medica, è molto usata soprattutto nel campo della terapia del dolore e della medicina estetica. La Biomesoterapia, molto meno diffusa, ha permesso di superare il problema di reazioni allergiche e di intolleranze date dai farmaci allopatici su alcuni pazienti. In base alla mia esperienza il merito maggiore è quello di passare da una terapia sintomatica (del dolore) e prevalentemente antinfiammatoria e antidolorifica, ad una terapia “riparativa” o cicatrizzante. Ciò significa quasi una “restitutio ad integrum”, quasi una medicina rigenerativa, o più semplicemente naturalmente riparativa, come se si accelerasse di molto un processo riparativo naturale nell'organismo.
Si può parlare quindi di un processo fisico e soprattutto chimico che avviene nel mesoderma, nella zona di iniezione. L'azione chimica arriva anche in profondità. Un'accurata scelta di farmaci, secondo criteri omeopatici e omotossicologici, ma ripetibile anche da medici non esperti in tali branche, può portare ad un ripristino dell'equilibrio energetico e chimico-fisico della zona e della patologia trattata. In parole semplici, si può arrivare ad una riparazione naturale, ad una cicatrizzazione del tessuto leso con relativa guarigione.
Il fattore “dolore” dell'intervento è relativo e, come già accennato, è modesto nella maggior parte delle zone del corpo, più importante solo in zone con la cute molto sensibile come la palma di mani e piedi.
All'inizio della terapia le sedute sono a cadenza settimanale e poi bisettimanale. Nella maggior parte delle patologie croniche si fanno dei cicli di una decina di sedute. I primi risultati si possono apprezzare più chiaramente attorno alla quarta seduta e in maniera meno evidente già dopo una o due sedute. Nella patologia acuta come negli infortuni, la biomesoterapia secondo la mia esperienza velocizza di molto i tempi di guarigione.
Pertanto: dolore minimo, effetti collaterali quasi assenti e risultati ottimi in più del 70% dei casi.
Per concludere questa non è una terapia mirata al dolore. Non è da rifare a tempi determinati alla scadenza dell'effetto farmacologico, perchè la persona quando sta bene è guarita e quindi non serve una ripetizione del trattamento. Se l'usura è alta, come nell'artrosi, si ha un'azione antinfiammatoria senza un puro effetto antidolorifico.
Ultima considerazione: la Biomesoterapia è poco conosciuta da tutti i medici, sia di indirizzo “tradizionale” che “alternativo” e quindi ancora poco usata. Negli ultimi anni vari miei colleghi vi si stanno avvicinando, usando una specie di “protocollo” molto semplice e riproducibile, con grandi soddisfazioni loro e dei loro pazienti.