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APPROFONDIMENTI

omeopatiaDai dati del 2009 resi noti dalla Fiamo (Federazione italiana delle associazioni e dei medici omeopati), in base a delle ricerche del Censis e della Commissione europea, il 23,4% degli italiani e il 29% dei cittadini europei ha fatto ricorso all'omeopatia: l'Italia e' il terzo mercato europeo dopo Francia e Germania. Lo Stato italiano nel 2007 ha incassato 40 milioni di euro dalle aliquote fiscali derivanti dalla vendita di prodotti omeopatici. I medicinali omeopatici  rappresentano ormai l'1% dell'intero mercato farmaceutico europeo, con un aumento annuo medio del 5%.

La nazione che vanta la maggiore anzianità nell’introduzione  della medicina  omeopatica nel sistema sanitario nazionale è la Gran Bretagna, che ha ufficialmente riconosciuto l’omeopatia come disciplina terapeutica già nel primo dopoguerra (1948), favorendo la creazione addirittura di ospedali in cui si praticano terapie con medicinali omeopatici (Royal Homeopathic  Hospital di Londra, Homeopathic Hospital di Glasgow e Brystol), e dove esiste una Facoltà di Omeopatia del Regno Unito di Gran Bretagna (Faculty of Homeopathy of United Kingdom).

Fa seguito la Francia dove già nel 1965 si è superato il dilemma della “scientificità” dell’omeopatia inserendo nella farmacopea ufficiale anche i medicinali omeopatici (con assoluta equiparazione ai farmaci convenzionali e rimborso da parte del sistema sanitario) e anche la Germania più recentemente ha riconosciuto la rimborsabilità parziale delle terapie omeopatiche.

L’Omeopatia è la branca della medicina “alternativa” o meglio “complementare” più usata in Italia. Sono oltre 10.000.000 gli Italiani che si curano con questo metodo!

L’omeopatia nasce ufficialmente nel XVIII secolo in Germania grazie alle brillanti intuizioni di un medico tedesco Samuel Hahnemann, che aveva scoperto uno strano fenomeno biologico: una sostanza che somministrata ad un soggetto sano a dosi opportune è in grado di evocare certi sintomi, può curare quegli stessi disturbi in una persona malata, quando viene somministrata a dosaggi bassissimi. In realtà, già Ippocrate, padre della Medicina e vissuto oltre 2000 anni fa aveva ipotizzato questa possibilità terapeutica descritta come “Similia simili bus curantur”, accanto all’altra “Contraria contraris curantur” che per molti secoli è stata quella che si è maggiormente sviluppata.

Oltre a questo cosiddetto principio di similitudine, un’altra peculiarità caratteristica ed essenziale dell’Omeopatia è la valutazione della persona nella sua “totalità” (struttura fisica, comportamenti, stati emozionali, tendenze morbose) e nella sua “individualità”( aspetti psicologici, caratteriali), assolutamente irripetibile, con modalità reattive specifiche uniche, per cui si cura proprio anche la dimensione umana della malattia.

In omeopatia, Medicina della Persona, ogni singolo individuo diventa quindi egli stesso il metro per stabilire i criteri di scelta del medicinale omeopatico e la diluizione più appropriata. Per ogni singolo problema di salute si potrà scegliere tra diversi rimedi, che saranno però specifici per le diverse espressioni anche della stessa malattia (influenza con febbre alta o bassa, con sudorazione e rossore, molti starnuti, secrezione nasale, tosse o diarrea; e poi, il paziente desidera essere lasciato da solo, in pace, magari in una stanza con poca luce o pretende la compagnia; ha appetito o rifiuta il cibo, desidera liquidi o ha poca sete, ecc…). Basta un così banale esempio per capire subito che in omeopatia non esistono malattie ma malati e nemmeno organi ma organismi; la personalizzazione della cura è veramente fondamentale, e sarà l’unica via per una corretta ricerca del rimedio e portare ad una vera guarigione il Paziente.

Agire diversamente rischia di condurre ad una terapia che di omeopatico ha solo il nome o meglio il nome del farmaco. Sarebbe come voler volare con la mia moto: meglio evitarlo!

Ma cosa spinge 10.000.000 di Italiani a volersi curare in questo modo difficile, seppur affascinate? Sicuramente per alcuni è una moda… per molti invece una necessità perché i rimedi omeopatici non provocano reazioni allergiche e sono sicuri in qualsiasi condizione, dalla infanzia alla gravidanza, all’allattamento, fino alle età estreme della vita. E poi l’approccio globale, olistico: vai dal medico per un problema e mediante una adeguata cura personale, scopri che scompaiono anche altri disturbi, con i quali magari eri abituato a convivere, ed accettavi perché seppur fastidiosi, non li consideravi degni di importanza particolare. In un certo senso è proprio l’opposto di quanto succede con la medicina solita: vai da un medico con una malattia, torni a casa con una medicina che poi magari ti fa venire dei disturbi collaterali, che devi curare con un altro farmaco che magari ti provoca altri problemi…

Non introducendo sostanze a livello ponderale ma solo a livello infinitesimale l’Omeopatia permette di stimolare la reattività dell’organismo ed incanalare correttamente la capacità di guarigione, ripristinare l’efficienza e la funzionalità dei sistemi di difesa e di regolazione generale.
L’omeopatia non fa miracoli, ma grazie alla sua azione “energetica”, permette di ottenere a volte dei risultati miracolistici…

L'omeopatia può essere usata da sola come una valida alternativa terapeutica, ma può anche diventare un’ottima medicina complementare integrata adeguatamente in un piano terapeutico. Ed in effetti forse la maggioranza delle persone che ricorre al medico omeopatico lo fa soltanto dopo aver subìto un trattamento con farmaci tradizionali ed averne constatato l'inefficacia o l'intollerabilità. Affiancando e/o sostituendo la medicina omeopatica a quella classica si possono avere notevoli benefici: questa commistione di cure, autentico tabù in Italia fino a pochi anni fa, non è assolutamente nociva se correttamente guidata, anzi molto spesso si nota un sinergismo positivo. Ovviamente possiamo associare all’omeopatia anche altre terapie complementari: l’importante è la competenza e l’esperienza del medico che le usa!