E' una metodica diagnostico-terapeutica di tipo olistico sviluppata in Germania circa 80 anni fa dai fratelli Ferdinand e Walter Huneke. E’ una pratica molto diffusa nei paesi anglosassoni, specie in quelli di lingua tedesca, ma anche in quelli scandinavi e nella penisola iberica. In un sondaggio eseguito recentemente in Germania tra i medici ambulatoriali, la Neuralterapia risulta essere la pratica non convenzionale più esercitata dai medici in quel paese, ben più dell’omeopatia o dell’agopuntura!
Lo scopo della Neuralterapia è lo stimolo all'autoguarigione dell'organismo, agendo sul sistema neurovegetativo tramite iniezioni su punti particolari del corpo di una sostanza, un debole anestetico (preferibilmente la procaina, ma anche altri, come la xilocaina).
La neuralterapia è stata scoperta nel 1925 in maniera del tutto casuale, allorchè i fratelli Huneke cercavano di curare la loro sorella che soffriva di una fastidiosa emicrania. Su consiglio di un collega, Ferdinand iniettò alla sorella, per via endovenosa, un analgesico con l'aggiunta di una piccola quantità di procaina; l'emicrania scomparve completamente per poi ripresentarsi dopo qualche giorno. Una seconda iniezione dello stesso analgesico, questa volta senza l'aggiunta di procaina, non sortì alcun effetto. I due fratelli ipotizzarono allora che l'azione terapeutica non fosse dovuta all'analgesico, ma alla procaina. Da allora cominciarono a trattare pazienti con le sintomatologie più disparate tramite iniezioni di questo anestetico nelle zone dolenti, o comunque sede del processo morboso: da qui il nome di Heilanaestesie (= Anestesia terapeutica). Oggi questa tecnica viene chiamata Neuralterapia locale o segmentale.
Nel 1940, sempre casualmente, Ferdinand Huneke fece un'altra scoperta, la più importante: aveva in cura una paziente con forti dolori ad una spalla, refrattari a tutti i suoi tentativi di alleviare il dolore con ripetute iniezioni locali di procaina. “Fortunatamente” un giorno vide che la paziente aveva una cicatrice arrossata e dolente alla gamba controlaterale (esito di una vecchia osteomielite di cui aveva sofferto da bambina). Il dottor Huneke praticò dei ponfi di procaina nella cute arrossata intorno alla cicatrice ed in un secondo scomparve il dolore alla spalla; questo fenomeno venne chiamato “Fenomeno del secondo”. Ferdinand dedusse che il fenomeno non fosse relegato all'ambito locale o segmentale, ma avvenisse a distanza, e la velocità con cui si era manifestato gli fece ipotizzare che il processo di guarigione avvenisse attraverso la struttura elettrica del Sistema Nervoso. Era nata ufficialmente la Neuralterapia secondo Huneke. Sulla base di questo fenomeno che fu poi osservato molte altre volte, Huneke elaborò la sua teoria del “Campo perturbante”, che sarebbe capace di provocare una malattia a distanza, in zone lontane del corpo.
La neuralterapia appartiene alle Terapie di regolazione ed il meccanismo per cui essa funziona non è ancora completamente chiarito. Alla base della metodica sta la concezione della distribuzione ubiquitaria del Sistema Neurovegetativo, attraverso il quale si regola il funzionamento di organi ed apparati. Ogni cellula inoltre è delimitata da una membrana cellulare a doppia parete; ognuna di queste ha una carica elettrica di segno opposto, tra le quali si stabilisce una differenza di potenziale cioè si forma un campo elettromagnetico che permette il passaggio di uno stimolo e quindi di un'informazione. Uno stimolo irritativo normale provoca nella cellula dapprima una depolarizzazione, seguita poi da una ripolarizzazione con restitutio ad integrum. Se uno stimolo è molto intenso o prolungato nel tempo, si crea uno stato di depolarizzazione permanente, e la cellula non è più in grado di ricaricarsi: diventa disfunzionale e provoca una disfunzione anche nella conduzione nervosa e quindi una informazione disfunzionale che nel tempo determina un danno, dapprima solo funzionale e poi organico a carico dei tessuti ed organi di pertinenza. Il dottor Fleckenstein dimostrò che la procaina ha la facoltà di ripolarizzare una cellula deporalizzata e di stabilizzare una membrana per un periodo variabile da alcuni giorni fino ad alcune settimane, permettendo così il recupero dall'alterata funzione in tutti quei circuiti del Sistema Neurovegetativo che risultavano disfunzionali. Vide che l'infiltrazione con procaina di un Campo Disturbante provocava un miglioramento immediato, o addirittura la scomparsa dei disturbi, anche a distanza, spiegando così il fenomeno del secondo.
La Neuralterapia viene effettuata principalmente in 4 forme: terapia locale, terapia segmentale, terapia dei campi perturbanti, neuralterapia di infusione.
Nella terapia locale viene infiltrata direttamente la struttura dolente (trigger miofasciali, tendine, periostio, capsula articolare, articolazione, nervi periferici ecc.).
Nella terapia segmentale viene infiltrato un determinato Dermatotomo, Sclerotomo, Miotomo, Viscerotomo, Angiotomo, Neurotomo, per cui possiamo attivare terapeuticamente un riflesso cutiviscerale, mioviscerale, vascolonervoso. In tal modo si può agire sugli organi interni e sulle ghiandole endocrine, migliorando la loro irrorazione, innervazione e rigenerazione cellulare.
Se la terapia locale o segmentale falliscono, si deve pensare ad un Campo Perturbante. Il Campo di Disturbo o Perturbante è un tessuto danneggiato (p.es. Cicatrici, organi disfunzionali od infiammati) da cui partono impulsi elettromagnetici alterati. In generale il focolaio del Campo di disturbo è asintomatico, ma gli impulsi nervosi che partono da esso danneggiano la Sostanza Fondamentale ed irritano il Sistema Neurovegetativo. Il corpo può mantenere a lungo questo stress, ma ad un certo punto subentra uno stimolo stressogeno anche minimo (la classica “goccia” che fa traboccare il vaso), e si manifesta la “Malattia”. Spesso è difficile localizzare tale Campo: sono importanti l'anamnesi, l'ispezione, la palpazione, supportata eventualmente da altre tecniche (Elettroagopuntura di Voll, kinesiologia, ecc.). I Campi di Disturbo più frequenti sono le Cicatrici, l'Ombelico, le Tonsille, i Seni paranasali, le Patologie Odontoiatriche, ma anche in generale Patologie degli organi interni.
La neuralterapia di infusione, cioè l'iniezione endovena di minime quantità di procaina sembra abbia un'azione antiinfiammatoria in generale, ma anche sul tono dell'umore.
In generale la Neuralterapia viene impiegata per:
Patologie dolorose a carico di vari organi ed apparati, cefalee, emicranie, nevralgie del trigemino, patologie acute e croniche dell'Apparato Locomotore, nevralgie in generale, ma anche patologie degli organi interni, malattia di Sudeck e Raynaud, patologie dentali, disturbi neurovegetativi…
Le possibili controindicazioni, possono essere reazioni allergiche agli anestetici, o pazienti con tendenza alle emorragie o in trattamento con farmaci anticoagulanti.
In conclusione la Neuralterapia è una terapia ben tollerata e senza effetti collaterali, e può benissimo associarsi ad altri tipi di cure.